DAMONTI, Angelo

(Brescia, 1886 – Milano, 1966), falegname   Aderente all’USI e trasferitosi a Milano, promosse il Comitato pro vittime politiche con Guadagnini, Meniconi, Molaschi e Mario Mantovani, per il supporto ai prigionieri anarchici. Successivamente riparò in Francia, Germania, Spagna, di nuovo Francia. Con Teresa Carletti ebbe le figlie Anita e Vaifra; Anita (Brescia, 1912 – Milano, 1960) venne deportata ad Auschwitz, dove sopravvisse. La sua compagna Adele Bernazzoli (1893-1956) invece era

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RINALDI, Giovanni Ermenegildo

(Besano, 1872 – Lugano, 1929), fruttivendolo   Appartenente al folto gruppo di anarchici di Besano, non organizzati e individualisti, partecipò, pur in secondo piano, a tutte le iniziative territoriali legate alla Scuola di Clivio e alla denuncia del militarismo, venendo schedato come anarchico. Nel 1920 emigrò a Lugano, aprendo un’attività di vendita di frutta e verdura. Costantemente sorvegliato.  

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CASTRUCCI, Augusto

(Pisa, 1872 – Milano, 1952), macchinista delle Ferrovie   Nel 1893 vinse il concorso per la scuola operai allievi fuochisti di Pisa. Dopo vari trasferimenti ordinati dalle Questure  (Savona, Livorno, Siena), nel 1903 tornò a Pisa quando aveva già sostenuto gli esami a macchinista, promosso con 27/30. Rappresentante del Sindacato conduttori locomotive all’inizio del Novecento, guidò a Pisa lo sciopero generale contro il progetto del governo Fortis (definizione dei ferrovieri

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BOSO, Ilario

(Castello Tesino, 1901 – Gallarate, 1980), operaio tessile   Fondatore all’inizio del ‘900 coi fratelli Cesare ed Emmerico del gruppo “Dinamitardi” di Castel Tesino, organizzò nello stesso paese del Trentino un “Circolo di cultura sociale” che si tirò addosso le persecuzioni poliziesche, con continue perquisizioni nella sede e sequestri di pubblicazioni anarchiche e comuniste. Ilario si rifugiò in Svizzera dal 1906 al 1912, cinque anni dopo andò ad abitare a Cassano

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BRUZZI, Pietro

(Maleo, 1888 – San Vittore Olona, 1945), operaio Anarchico individualista, fu redattore nel 1909 del giornale «La protesta umana». Emigrò in Francia, Stati Uniti, Svizzera. Condannato a morte in contumacia per diserzione, dopo la guerra tornò in Italia grazie all’amnistia stabilendosi a Greco Milanese. Redattore de «L’Individualista», giornale nato in polemica con gli anarchici finiti nel “rivoluzionarismo di moda” (riferimento a Molaschi) e in contrapposizione agli anarchici che guardavano con

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RINALDI, Luigi

(Besano, 1885), muratore     La Regia Legazione d’Italia a Berna lo segnalò nel 1912 come anarchico aderente al gruppo de «Il Risveglio» di Bertoni. Nel maggio dello stesso anno da Berna segnalarono che il Rinaldi aveva raggiunto Besano ed intendeva stampare a Varese La guerra (in realtà La patria), dramma antimilitarista contro l’avventura tripolina scritto dall’anarchico comasco Saverio Roncoroni. La stampa poi non venne fatta. Nell’ottobre del 1913 s’imbarcò

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MANNUCCI, Danilo

(Livorno, 1899 – Marsiglia, 1971), vetraio, organizzatore sindacale   Influenzato dal padre Gastone, “repubblicano intransigente”, Danilo s’iscrisse alla FIGS nel 1915. Fu tra i principali organizzatori degli Arditi del popolo a Livorno, che dovette lasciare “a malincuore” in obbedienza alle ingiunzioni del partito. Dopo numerosi fermi e arresti da parte della polizia, all’inizio del 1923, venne denunciato assieme ad altri sovversivi per complotto contro la sicurezza dello Stato. Assolto per

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COLOMBO, Filippo

(Gallarate, 1899 – Milano, 1969), manovale ferroviario, venditore ambulante   Al fronte come artigliere durante la prima guerra mondiale, successivamente aderì al movimento anarchico. Manovale delle Ferrovie, anarchico individualista, consigliere della Scuola di Clivio, venne arrestato nell’ambito delle indagini per la strage del Diana e liberato dopo quattro giorni. Trasferitosi a Milano nell’ottobre del 1921, poco dopo venne licenziato dalle Ferrovie. Nel 1922, ottenuto il passaporto, emigrò in Germania, Belgio,

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CAMILLUCCI, Domenico

(Macugnaga, 1889 – ?), gessatore   Figlio di ignoti, venne abbandonato alla nascita e crebbe in orfanotrofio a Novara fino all’età di 8 anni, quando venne adottato. Residente ad Azzio di Orino, a 15 anni emigrò per lavoro a San Gallo (Svizzera), poi si spostò in Austria, Francia e Germania. Nel 1913 si stabilì a Losanna e poi a Ginevra. Un anno dopo si fece vivo il padre biologico, un

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DE LUCA, Eugenio

(Ampezzo, 1896 – Socchieve, 1944), muratore   Comunista, nel 1922 emigrò in Belgio dove lavorò anche nelle miniere.  Espulso nel 1930, raggiunse il Lussemburgo per poi tornare clandestinamente in Belgio e Francia. Stabilitosi a Forchies-les-Marches, partecipò all’attività della Frazione di Sinistra, che probabilmente aveva conosciuto già in Belgio (la Frazione, fondata a Pantin nel 1928, allora collaborava con la Ligue des Communistes Internationalistes de Belgique, trotskista, prima che i rapporti

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