L’Ucraina, Eldorado dell’industria della morte

Abbiamo sostenuto che la guerra in Ucraina è una guerra imperialista per lo sfruttamento della classe lavoratrice e delle risorse naturali ucraine.

La rapina era già in corso da anni, con i capitali occidentali ad occupare spazi ceduti dai gruppi capitalistici russi – e ucraini – in difficoltà.

La Germania aveva tenuto una posizione attendista, non volendo guastare i rapporti con la Russia, principale fornitrice di energia e acquirente di macchinari, oltre che terreno di investimento.

Con la guerra Russia/NATO in Ucraina la Germania è stata costretta (dagli USA) a tagliare parte dei rapporti economici con la Russia, ma in cambio pretende la fetta più grande della torta ucraina, e non sta a guardare.

Il settore che più tira di questi tempi è quello degli armamenti: domanda e profitti sono assicurati. In Ucraina armi e munizioni sono certamente gli articoli più richiesti e … consumati (insieme alle casse da morto).

Il maggior gruppo bellico tedesco, Rheinmetall, ha costituito una joint venture con il maggior gruppo ucraino (statale) degli armamenti, UkrOboronProm, per la produzione di carri armati tedeschi Panther in Ucraina: perché è un “mercato sicuro” con la guerra in corso che richiede centinaia di carri armati, perché potrà produrli a costi molto inferiori che se fossero prodotti in Germania, dati i bassi salari ucraini, il che diventa un “vantaggio competitivo” anche nei confronti dei concorrenti europei, anche rispetto al grande riarmo europeo già in corso. Il capo di Rheinmetall spera che la guerra, come la cuccagna, duri a lungo. Ma in ogni caso c’è il mega piano di riarmo tedesco da 100 miliardi per le grandi guerre del prossimo futuro, che assicura che gli investimenti troveranno la “giusta” remunerazione.

Il Drang nach Ost, la spinta verso Est dei capitali tedeschi, riprende, e l’Ucraina – quella che resterà dopo la guerra – è la nuova terra di conquista. Già altri gruppi tedeschi vi investono nell’agribusiness e nelle costruzioni – altro settore cui le armi russe e occidentali stanno letteralmente spianando un vasto mercato. Ma anche tra gli avvoltoi non manca la concorrenza: la Meloni in aggiunta al business assicurato per la Leonardo, sta già preparando la calata dei palazzinari italiani, e l’americana Honeywell pretende la sua quota nell’industria della morte.

Un quadro fosco nel quale gli unici raggi di sole potranno venire dall’unione dei lavoratori-carne-da-cannone di tutti i paesi contro i venditori e dispensatori di morte.

Sinergie tedesco-ucraine per la produzione di armamenti

Una base industriale bellica per l’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di recente in visita a Berlino è stato calorosamente accolto dai rappresentanti politici. Ma prima di loro Zelensky aveva incontrato privatamente a Kiev Armin Papperger il CEO di Rheinmetall, il maggiore gruppo tedesco degli armamenti,[i] per definire i dettagli di una joint venture bellica tedesco-ucraina!  Già calcolato che, entro fine anno, Rheinmetall fornirà all’Ucraina equipaggiamenti e munizioni per un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro.[ii]

Alla domanda della rivista Focus: E se la guerra in Ucraina termina? Pappenerger risponde: «Non importa quanto durerà questa guerra: È già cambiato così tanto che non si può tornare indietro.» Lui pensa, come il Cancelliere tedesco Scholz, che la Russia non riuscirà a vincere, e che la guerra in ogni caso durerà a lungo, magari inframmezzata da pause per motivi tattici e geopolitici. L’Ucraina ha subito bisogno di un milione di proiettili di artiglieria e di un migliaio di nuovi veicoli.

I gruppi tedeschi degli armamenti hanno tratto beneficio dalla guerra in Ucraina, in particolare Helsoldt (legata all’italiana Leonardo)[iii] e Rheinmetall. II valore delle azioni di Rheinmetall in DAX, la borsa tedesca delle medie-grandi imprese, è più che raddoppiato dall’inizio della guerra, ed attualmente assomma a quasi €11MD, e il fatturato dello scorso anno ha raggiunto i €6,4MD.[iv] Per i prossimi anni Pappenerger prevede una crescita del suo gruppo del 20-30% annuo, e il 2023 sarà un anno record.

Ora Rheinmetall ha deciso di espandersi ulteriormente creando una joint venture con il gruppo degli armamenti ucraino UkrOboronProm.

Gli obiettivi della decisione di Rheinmetall sono: divenire un fornitore chiave dell’esercito ucraino, e in prospettiva esportare in paesi terzi le armi prodotte in Ucraina. Questa strategia aziendale è stata giustificata politicamente dal Cristiano-Democratico (CDU) Roderich Kiesewetter, della Commissione Affari Esteri del Bundestag.

Kiesewetter ha presentato i piani di Rheinmetall come “segnale di fiducia per il futuro dell’Ucraina”; ha affermato che in Ucraina vengono difesi anche gli interessi tedeschi ed europei contro l’aggressore russo (e quelli USA!), e di conseguenza ha espresso il suo appoggio. Ha spiegato anche che ci vorrebbe troppo tempo per costruire in Germania un impianto di produzione corrispondente, e che è molto meglio che l’Ucraina si rifornisca di armi moderne prodotte sul suo territorio, senza dover ricorrere a complicati giri. Al bando l’ipocrisia!

Sostanziosi anche gli interessi capitalistici dell’Ucraina di Zelensky in questa cooperazione con i tedeschi.

Infatti i piani di investimento di Rheinmetall forniscono all’Ucraina una base industriale di armamenti, indipendente e più moderna, con armi ad alta tecnologia.

E secondo alcuni commentatori possiederebbero inoltre una valenza politica strategica:aprono alternative per l’eventualità, già presa in considerazione mesi fa nelle capitali occidentali, che con l’avvicinarsi della campagna elettorale l’amministrazione Biden preferisca negoziare la fine della guerra e che l’Ucraina non possa aderire alla NATO.

Calcoli economici sulle opportunità della guerra

Un portavoce di Rheinmetall ha di recente dichiarato che l’attacco della Russia all’Ucraina ha “ancora una volta assicurato una domanda più forte e più veloce“. “Abbiamo davanti a noi anni di forte crescita.”

Riguardo alle future commesse del governo tedesco ha aggiunto: “Ci aspettiamo grosse commesse per munizioni, veicoli da combattimento e per l’ulteriore digitalizzazione”. Le prospettive economiche positive sono dovute anche alla crescente domanda da parte di altri Paesi NATO e UE.

Il CEO di Rheinmetall Armin Papperger calcola che: “Per vincere, l’Ucraina ha bisogno di almeno 600-800 carri armati”, e non basterebbero tutti i 300 carri armati Leopard 2 a disposizione della Bundeswehr, se mai la Germania decidesse consegnarli. Attualmente in Europa ci sono 8.000 carri armati che però, per la maggior parte, hanno più di 30, se non 40 anni. La soluzione: costruire una fabbrica di carri armati “Panther” in Ucraina, costo circa 200 milioni di euro, potrebbe produrre fino a 400 Panther all’anno.

La guerra pulita?

Può essere pulita una guerra? Solo pochi anni fa si profetizzavano guerre cibernetiche “pulite” che richiedevano sempre meno personale – chiede l’intervistatore di Focus. Papperger, grande manager dell’industria di morte non ha dubbi: «La guerra è sempre sporca. Solo qualche sognatore può vederla in modo diverso. Guerra cibernetica, robot da combattimento, carri armati senza equipaggio, dominio dei droni: niente di tutto questo accadrà presto. Semplicemente perché alla fine solo gli esseri umani sono in grado di prendere decisioni rapide in situazioni complesse.» Insomma la carne da cannone, ucraina e russa oggi, tedesca, italiana, americana ieri come domani… resta fondamentale!

Focus: «Non le sembra assurdo che lo sviluppo economico e la miseria umana vadano talvolta di pari passo?» Pappenerger lo riconosce, pragmaticamente e cinicamente: «I drammi umanitari sono il lato veramente orribile» [dei grandi profitti…].

Informazioni tecnico-economiche aziendali

La joint venture Rheinmetall-UkrOboronProm dovrebbe essere operativa entro metà luglio; Rheinmetall ne deterrà la maggioranza con il 51% e sarà anche responsabile della gestione aziendale. Tanto per mettere in chiaro chi comanda.

In una prima fase, la joint venture si limiterà alla riparazione dei veicoli militari, in particolare quelli forniti dalla UE. Passerà poi a produrre veicoli corazzati Rheinmetall in Ucraina, iniziando con il carro armato su ruote Fuchs, utilizzabile come carro armato da trasporto o come unità di comando. Potrebbero seguire il veicolo corazzato da combattimento per la fanteria Lynx (KF41) e il nuovo carro armato Panther (KF51).

Se i due partner convertissero uno stabilimento esistente per i carri armati, i primi veicoli da combattimento potrebbero essere consegnati già entro un anno, magari veicoli più semplici tecnicamente, come i Fuchs.

Alla minaccia russa di distruzione di una eventuale fabbrica di carri armati in Ucraina Pappenberger risponde assicurando che è in grado di proteggerla con la propria tecnologia.

La produzione del carro armato Panther in Ucraina darebbe a Rheinmetall un vantaggio competitivo di rilievo [ingegneri e tecnici ucraiani, di buona formazione, costano una frazione di quelli tedeschi…]. Il Panther è un possibile successore del Leopard 2 ed è in competizione con il franco-tedesco MGCS (Main Ground Combat System), sviluppato da Krauss-Maffei Wegmann (KMW) in collaborazione con la francese Nexter, la cui produzione però partirebbe dal 2040.

Oltre alla cooperazione per i corazzati, sono previste a breve altre due joint venture tedesco-ucraine. Una per la produzione di munizioni e una per i sistemi di difesa aerea, su cui Rheinmetall ha di recente investito molto. Tra questi ci sono sistemi di difesa che disturbano i droni e utilizzano la mimetizzazione elettronica, e altri che distruggono i missili in avvicinamento con laser o con una nebbia di frammenti di tungsteno.

L’industria bellica ucraina

UkrOboronProm è stato creato nel 2010 dal governo ucraino con l’obiettivo di rimettere in piedi l’industria bellica e promuoverne la modernizzazione. Un obiettivo non raggiunto, risultando al 79° posto mondiale, secondo SIPRI. (Per un confronto il gruppo tedesco Hensoldt è al 69°.)

UkrOboronProm ha circa 65000 dipendenti, e incorpora più di cento imprese belliche, tra cui il produttore di aerei Antonov e diversi produttori di carri armati e missili, la maggior parte dei quali era nato nell’Unione Sovietica. Kiev intende farne “uno dei gruppi degli armamenti più potenti al mondo”, e a questo fine, con un decreto dello scorso 21 marzo il parlamento ucraino ha trasformato questo conglomerato statale in società per azioni.

Oltre a Rheinmetall, a fine 2022 gruppi di armamenti di sei paesi (sono noti solo Polonia, Repubblica ceca, Francia e la Danimarca) hanno firmato contratti per lo sviluppo e la produzione congiunta di armi pesanti e altri armamenti con UkrOboronProm, ma al di fuori dell’Ucraina, in Polonia ad esempio, per essere al riparo dagli attacchi russi.

A febbraio, UkrOboronProm ha iniziato a produrre munizioni con un gruppo di un paese NATO, non meglio identificato, e da aprile collabora anche con la polacca Polska Grupa Zbrojeniowa per la produzione di munizioni, in Polonia, per proteggere gli impianti dagli attacchi russi. Nel settembre 2022, anche l’americana Honeywell ha siglato un accordo di cooperazione con UkrOboronProm.


[i] Fonti: Focus, 20 maggio ’23: https://www.focus.de/politik/deutschland/focus-interview-mit-rheinmetall-chef-armin-papperger-frieden-waehrt-nie-ewig_id_194218988.html; GFP, 17 maggio ’23:  https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9242; WV 15 maggio ’23: https://www.wiwo.de/unternehmen/industrie/neues-panzerwerk-warum-rheinmetall-eine-fabrik-in-der-ukraine-baut/29020314.html; WDR, 3 aprile ’23: https://www1.wdr.de/nachrichten/wirtschaft/rheinmetall-panzer-fabrik-ukraine-100.html

[ii] Rheinmetall ha 29500 addetti, di cui 15000 in Germania, dove è il maggior gruppo degli armamenti.

[iii] Hensoldt sta valutando l’ipotesi di acquisire il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo, il gruppo degli armamenti e dell’aerospazio italiano Leonardo detiene il 25,1% in Hensoldt.

[iv] Pappenerger, nell’intervista a Focus, 20.05.2023, sullo sviluppo di Rheinmetall: «Prendiamo il nostro settore principale: le munizioni. Stiamo per rilevare il produttore spagnolo Expal. Allo stesso tempo, stiamo investendo nella produzione di polveri, micce ed esplosivi. Questo ci consentirà di aumentare ulteriormente le nostre già grandi capacità in Europa in modo drastico e tempestivo. Siamo già leader mondiali nelle munizioni per carri armati.» Rheinmetall sta progettando tre nuove fabbriche solo in Ungheria, dove ha l’impianto più moderno d’Europa, che servirà come modello per gli impianti progettati per l’Ucraina.

Rheinmetall è in trattativa per una nuova fabbrica di polveri in Sassonia, e chiede aiuti statali, come fanno gli altri paesi, perché i profitti giungerebbero solo dopo 20 anni. Rheinmetall fornirà anche componenti per i caccia dell’americana Lockheed Martin.

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